6 Tarantella Novella di Francesco Sapori Presto, sonori, il diretto per Roma parte. Ezio Spinelli scese di furia reg gendo con una mano la valigia e una coperta da viaggio; porse l'altra alla moglie, cui il cappotto aderente impediva di stendere il passo dal predellino al marciapie di. C'era una compagnia di arti sti drammatici fra treno e treno, che ostruiva co ngarndi bagagli il passaggio, si che lo Spinelli per deva la pazienza ad evitare que sto e quell'urto, a guidare la mo glie come una bambina in quel frastuono e in quell'ingombro — Per Koma? Presto, si par te. Il conduttore li vide e corse lo ro incontro, spronandoli ad af frettare anche di più. C'era un'o ra di ritardo in partenza; la loco motiva sbuffava avida di fendere lo spazio ; il fumo oscurava la panchina, spinto a ritroso dal vento; due soldati dai finestrini agitavano i chepì su le baionette in segno di saluto a Napoli natia. Salgano qui ; o rimangono a terra. Si arrampicarono in un vagone di terza classe, in coda al treno, esi trovarono all'improvviso in un piccolo mondo plebeo : alcuni sonnecchiavano semisdraiati nel la penombra, la maggior parte e rano raccolti a crocchio in mezzo al vagone, come si fa nelle fiere attorno ai ciarlatani. I due signo ri scendevano da un comparti mento di seconda classe, dove e rano rimasti soli per buon tratto, e questo mondo così diverso, così misero, li disgustò. Si udirono due fischi acuti co me sibili, poi l'urto iterato dei re pulsori da vagone a vagone; fi nalmente il treno si mosse- Spi nelli guardò l'orologio: mezza notte e un quarto. Fece sedere la moglie; volle aprirsi un sentiero tera la siepaglia di contadini e di Operai, per cercare una carrozza di seconda, ma alle sue richieste, alle sue gomitate nessuno bada, va, immobili tutti come se fosse ro conficcati nell'impiantito con le radici. Un frenatore lo persuase a de sistere : Anche passasse di qui, tro verebbe ingombri i corridoi ; il di retto è pieno come un uovo. Si accomodarono alla meglio, l'uno accanto all'altro, seccati del contrattempo che li costringeva a perdere il sonno. Ezio Spinelli fece er leggere un giornale, ma la luce della lampada era tremolan te ed opaca, talché alzatosi si mi se a girellate nel traballìo. Sembri übriaco, siediti. Solo allora egli guardò il volto velato della moglie, come curioso, per un momento; poi si perdette in una sonnolenza di ricordi: il lembo di spiaggia aspra accanto a Scilla, la casa della povera zia Giacoma, il podere con l'uliveto che a vespro pareva bianco d'un candore monacale, la terra smos sa su la bara recente della zia, e quell'impeto del treno che rompe va il silenzio della rada sei volte al giorno, sbucando dalla galleria con un fragore di mostro che sferra- Le sensazioni erano vaghe, sempre più vaghe, fin che scom parvero, e lo Spinelli si addor mentò con la testa penzolante sul petto. Non aveva risposto u na pa-ola alla Santina; era come se fosse morta da un pezzo per lui ; pur vivendo accosto, non riu scivano a incontrarsi più, come le rotaie del binario che li guidava a casa. La colpa maggiore era di lei, che non aveva saputo mettere al mondo un bambino, che non e- ' ra stata buona a dargli un erede. A che amare, quando l'amore non era ribenedetto dall'acqua del battesimo, arriso dalla voce nuo va d'un fanciullo nato da esso? Soli, sj erano abbandonati ad un toedio peggiore di una pietra da sepolcro: ci respiravano appena, l'uno scontento dell'altro, «ma grati dall'assillo che la loro unio ne non aveva giovato ad alcuno, nemmeno a loro. Quando parlava no, finivan sempre a bisticciarsi, e i loro dialoghi erano sgombri di ognui tenerezza, quasi di due e stranei cui la convenienza impo ne d'aprire, di tanto in tanto la bocca. Lo Spinelli passava la tua giornata al Ministero, interes sandosi solo alle pratiche del suo ufficio, nelle quali era molto lo dato dai superiori; sua moglie acuiva invano la sensibilità deli rata in letture di romanzi che le riempivano il cervello di fanta smi vani e qualche volta le da vano brividi di voluttà- Egli ave va racchiuso il suo mondo nel ga binetto di lavoro, ella spaziava con le creature del sogno per con solarsi della grama giornata: ed erano entrambi noiosi ed infelici. iNeiuraeuo il viaggio a Sedia, per ìa morte deila zia Giacoma, eia valso a riattizzare li 1 uoco spelilo, nemmeno l'erettila visto sa uava ioro un senso di ricomin ciamento e di tripuuio : erano due irutti attaccati allo stesso ramo, che avrebbero marcito insieme senza sfamare nessuno. Egli dormiva sempre cosi, vol tandole il dorso, come fusse solo ; e la Santina non aveva più voglia di piangere, tanto quello non se ne accorgeva nemmeno. Anche a desso dormiva, nel tentennamen to del treno, nel confuso clamore che assordava. Gii operai si sparpagliavano intanto pel vagone a scuotere gli assonnati con coìpi di. gomito e pizzicotti : alcuni si voltavano dall'altra parte dopo aver fatto il gesto di chi scaccia un insetto importuno; c'era chi si tirava a sedere stropicciando le palme sul volto con dispetto. Parole dialet tali e bestemmie risuonavano tratto tratto, per aumentare la nausea della signora. Si udì il la mento d'un oboe brandito da un profano, ma presto un trombet tiere autentico rispose accennan do il motivo della "Marcia reale"- Fu come un razzo che ne chiami cento: un coro di prove fece eco ai primi accenni e quasi tutti i soci di quella banda musicale viaggiante furono in piedi. I cla inetti sgusciavano furono in pie ii. I clarinetti sgusciavano dai soprabiti, i tamburi rimbombava no nel breve spazio, mentre Spi nelli teneva sempre la testa cur va sul petto, e sua moglie non sapeva darsi pace di quell'infer no che si scatenava intomo. La tarantella, la tarantella. Gridavano adesso come danna ;i, col tono imperioso delle masse :he sanno d'essere forti perchè numerose. Dagli altri vagoni era :orsa nuova gente, attratta dalla nusica. e gli spazii rimasti vuoti ;i zeppavano quasi ci fosse la di ;tribuzione del pane gratuito. La )iù parte erano uomini della ampagna, con le sarghe stinte, i :alzoni stretti da gambali di la na, e berciavano con tutto il fia to, dimenticando la pipa tra le nani pur di udire la danza pre bietta- — Uh uh uh, la tarantella; la tarantella subito: uh uh! Alla prima battuta zittirono :utti. Man mano che i suoni cre scevano, i bandisti più pigri leva vano il capo, afferravano il loro strumento. Erano in due a regge re in piedi su un sedile il tambu rino, ceh dormiva col sonno perti nace proprio dei fanciulli, e si asciava cader di mano le bac chette di tanto in tanto. Final mente il ragazzo si svegliò per bene, e picchiava sodo quando :loveva, con l'energia d'un uomo. La signora Santina si divertiva un mondo a guardarlo, così serio e impettito, con gli occhi semi chiusi e le manine strette, pron te a calare con impeto sul tam buro. Era una musica scoppiettante di scatti e di frizzi campagnuoli, tremula, tenera, profonda; blan diva con la grazia d'una ninna nanna e s'avventava con la furia ,d'una bomba: i bandisti ci met tevano dentro l'anima- Alcuni si LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA.. SABATO, 2 GIUGNO 1917 agitavano proprio come sentisse ro la pru ri pine del ballo nelle gambe, mentre ognuno partecipa va alla tarantella, facendo nac hore delle dita, sibili con le lab bra, trepestio concorde coi piedi. Era una festa : tutta Napoli e cheggiava in quei mobili suoni che allietavano il treno e pareva no renderlo più leggeiro, Napoli on le sue canzoni di cieli fulgen ti e di donne infide, Napoli fasci natrice d'ogni coppia che cerchi cfioia ed oblio nella spensierata voluttà, Napoli regina del sereno, r he si sj>ecchia cantando alle mo bili onde, vegliata dal titano di fuoco, terribile guardia in peren ne minaccia. Li folla cantava in coro, fre ' iendo, Gesticolando, come in de lirio Anche gli Spinelli si erano alzati, e volevan vedere oltre che udire, sospinti da un ricordo che li inebbriava come un vino. Si te- J sero la mano: così uniti non si e ran trovati da tanto tempo, come se un fiume li avesse tenuti di scosti, camminando entrambi nel la direzione ma su diversa spon da. Un avvenimento inatteso li riuniva, faceva cercar loro reci procamente la mano per un ri cordo, forse per un patto- La San tina evocava una sera a Napoli, una sera indimenticabile del loro viaggio di nozze. Nel salone dell'albergo erano convenuti molti stranieri ; le loro donne eran vestite con lusso sem plice e squisito, dalle tinte così ; vive che parevan mazzi di fiori ; sparsi in giro dalla mano d'un ar tista. Tutto il giorno era rimasto •ppeso alla gabbia dell'ascensore un entello, con la scritta: "Ce : ra la Santina, in quella sera lon tana, felice per l'amore che le : sorrideva dalle labbra di lui, e | ihe le scoppiava dal petto giovine i iome il profumo da un bocciolo. STulla desiderava e disprezzava, •hè una ragazza non è tanto ric ?a quanto la sposa che ama- Le signore inglesi e tedesche, sedu -0 alle tavole contigue, le pareva no altrettante sorelle; le parole •he non capiva sussurri carezze voli che la vita le soffiasse attor io, inarticolati e pur compren digli a guisa degli zeffiri che aorta la primavera. Le coppie variopinte dei popo ani, in costume tradizionale, si diacciavano e si scioglievano fa ;endo piroette inchini con una irontezza d'archi che scochino; ioi al suono dei cembali levavano n alto le braccia, inehbriate an ■h'esse della danza che eseguiva -10 per gli altri. In ultimo una bal erinii aveva girato fra le tavole 1 raccoerliere i frutti della sua lolce fatica, e la signora Spinelli iveva dato anch'essa sorridendo ina moneta d'argento. Come se a ricordava, la zingara dal volto iruno, con la chioma nera e gli >cchi che buttavano lampi: po rrla ritrovare, chiederle il segre o della sua volubile giocondità, il •itmo della sua tarantella vaga bonda. 1 treno correva sempre, senza ermarsi alle piccole stazioni che acevano invano cenni nel buio ;oi loro fanali smorti, la campa gna pareva dormire sotto il man to stellato del cielo. I bandisti a vevano il volto rosso e gonfio dal lo sforzo, chè non si concedevano un minuto di riposo, quasi u n iacati dalla musica, cui faceva i-umorosa eco l'accompagnamen to del popolo che gremiva il va gone: Tra là là, tera là là La Santina rivedeva le giorna te felici di quel viaggio prima • erile, gli abbandoni teneri nella semioscurità della camera d'al bei-go con la finestra aperta, dal la quale entravano curiose le telle e penetrava l'odore salso 5 GROSSERIA ITALIANA * TOBIA OLIVASTRI i \ G4ch & Callowhill Sts. W. Philadelphia, Pa j | Noi vendiamo generi domestici ed importati J delle migliori marche _ * ; Prosciutti, Salami, Formaggi. Olio d'Oliva, j 5 Ricotte salate, Caciocavalli e Provoloni J Prezzi da non temere concorrenza * J444444444444444444444 444444 444 44 444444444 ; GUIDO D'AM BR 0 SIO j General Merchandise i ; No. C4th Street W. 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