Le disoneste metamorfosi del ladro di francobolli ,J)a un giorno all'altro, a seconda erretto a risile e la catena al piede. Dopolquesto insulto così triviale, che neanche i più acerrimi nemici del Bal di avevano mai pronunziato, nessuno creder più alla lealtà dell'avversario. Ma ili-degenerato non si fermò lì, per chè ,i 4 ogni numero delle poche copie del sao foglio, il Cav. C. C. A. Baldi era sempre il suo bersaglio. Potrem mo qai riprodurre per interi i suoi at tacchi, ma ce ne asteniamo per non seccar» il pubblico che conosce a me na dito le gesta del ladro (ji franco bolli é per non sciupare soverchio spario. Non possiamo però fare a meno di riportan alcuni passi che sono uno stridente contrasto fra gli elogi che 11 degenerato fa ora al Cav. C. C. A. Baldi con gli attacchi di 'ieri. Nel "numero del 13 Febbraio 1915 iella Opinione del Popolo, parlando iell'assoluzione di James Giuliani, lall'accusn n possiamo credere, e con noi tutti coloni, che la* lotta allora fosse ;ata fatta lealmente. Le accuse che in questo scritto il jgenerato fa al Cav. C. C. A. Baldi ino semplicemente terribili da non c>vare riscontro neanche in quelle le si facevano a Palizzolo. Egli lo iscrive Un orditore infame che ave i lo specialissimo scopo di congiura ' in danno di onesti cittadini e di gen luomini a tutta prova per rovinarli vilmente e moralmente. Alla larga da avversari leali di que a fatta,[dirà sotto i baffi il Cav. C. A. Baldi! Se noi lo dovessimo credere autore tanta infamia, dovremmo ritenere e il Cav. C. C. A. Baldi sarebbe pu capace di dare del denaro, al dege rato, anche se a mezzo di suo lio, con mandato specialissimo di ;accar*i.i reputazione di due galan- Hnini Giovanni e Giuseppe Di Sil stro, il cui patrimonio morale è su dore ad ogni sospetto, lettori, i vecchi coloni specialmen sono fregati di riandare con la moria a circa tredici anni fa, quan di ladro «li francobolli fece una lot spietata a Luigi Di Berardino, af andogli gli epiteti più triviali sol chè il vi sionario lo credeva amico ■ina persona che egli martirizzava rno e notte con calci allo stomaco periodi {interessanti. Ebbene il si io che Ita fama di dire bianco e o dieciivolte in cinque righe, il 13 'braio 1915 chiama Luigi Di Berar > onesto cittadino e gentiluomo a a prova. Wa—lno della prima moglie, riti che fai schifo perfino alle carogne e te! I• * * Nel numero dell'Opinione del Popo j lo del 15 Aprile 1915 il degenerato si occupa ancora del Cav. C. C. A. Bal j di. Nel numero precedente lo aveva ' accoppiato a I'alizzolo; in questo lo ; chiama uno speculatore dall'anima candida. V'è poi il Cav. Baldi, incomincia il degenerato, che s'è oculatamente af frettato, come ai tempi del fallimen to della banca Delli Paoli, a chiamare a raccolta, sotto le gloriose bandiere della Federazione, i creditori della Banca Bozzel!:, che s'è messa in li quidazione, promettendo ad essi anti cipi sulle somme che avanzano e delle quali non avranno mai di che temere perchè l'attivo della banca istessa po trà in certo qual modo far fronte al | passivo. i Piace al Cav. Cialì di aiutare sem pre tutti quelli che possano mai tro ! varai nelle condizioni di non aver bi i sogno di aiuti, e sapete perchè gli piace? Per conoscerli da vicino, en trare in confidenza con loro, farseli diventare clienti e ridurli un giorno nella condizione di aver bisogno per davvero e di essere poi dolente di non poterli aiutare Oh quanto è grande il nostro Cialì Peccato che non sieno ancora molti quelli che san no pesargli l'anima c. andida al bi lancino scrupoloso del farmacista. Secondo il degenerato il Cav. C. C. A. Baldi non è che un volgare mesta tore. Ma più che mestatore, in un ar ticolo apparso nell'Opinione del Popo lo- del 22 Aprile 1915 lo definisce per cavaliere d'industria; ambizioso, maligno e deplorato, mentre inneggia, neanche se fosse stato profeta, ad un suo prossimo tonfo. Il degenerato in quell'occasione scriveva che in colonia non si vogliono più chiacchiere e fa l'analisi di due istituzioni: la Federazione e !a Socie tà per gli immigranti. Egli dice così: Si pensò molti anni fa, ad istitui re la Federazione dei nostri sodalizii, e solo per qualche tempo la prima (fel le buone istituzioni coloniali sorta in mezzo a noi sembrò vivere una vita consona al buon programma da cui trasse origine, (allora della Federa zione facevano parte i fratelli Di Sil vestro, n. d. r.) giacché non tardò ad ammalarsi, per l'indiscreta e colposa inframmettenza del SOLITO DEPLO RATO elemento ambizioso e maligno, e si ridusse miseramente alle sponde di una pura e semplice baracca pri vata, col migliore dei vantaggi di un ILLUSTRE CAVALIERE d'...ella Co rona d'ltalia il cui TONFO sentiremo prestissimo nel... mare inagno delle mostruosità coloniali. Come è coerente .1 degenerato: Due anni fa, il 22 Aprile 1915 egli aveva pronosticato che il Cav. C. C. A. Baldi avrebbe fatto un TONFO. Ebbene, og ?i che costui è per fare quel tonfo so lenne invece di rallegrarsene, egli lo ilifende. II degenerato intanto continua, nel lo stesso articolo, ad attaccare Baldi e la Federazione con queste parole: Dalla esposizione dei fatti che ri llettono le due nostre istituzioni colo niali Federazione e Società per gli immigranti noi vogliamo dedurre che deve assolutamente combattersi la prima perchè asservita solo all'in teresse di uno o di pochi che la mano vrano, e deve assolutamente propu gnarsi e difendere il mantenimento della seconda perchè di indole ed in teressi coloniali nell'amministrazione lella quale nessuno osò mai macchiar si in alcun modo le mani. I lettori non ricordano o non sanno :ome il degenerato mantenne questa sua promessa, di appoggiare cioè la Società per gli immigranti •_> di • om jattere la Federazione. Egli fece tutto 1 contrario, combattendo cioè la Socie tà per gl'immigranti e appoggiando la Federazione. Gli amici ricorderanno 'elogio tessuto a quest'ultima istitu zione nell'ultima sua festa dei mac cheroni; noi ora riproduciamo uno dei tanti attacchi fatti alla Società per ?li immigranti appena quattro mesi iopo la promessa di voleria appoggia re, cioè li 7 Agosto 1915: Se è per il mangiare e dormire lon v'è ragione di impensierirsi trop i>o. V'è qui una Società per gli immi {ranti che aiuta i connazionali poveri. Tiene la casa al cantone delle dieci strade e Bainbridge St.; andate là e :hiedete quello che vi occorre, anche una visita medica al ciSpensario, se ledete, e sarete prontamente soccor so. Non avevo finito ancora il mio dire che vidi quel povero diavolo farsi pal lido in viso, come chi stesse per perdere le speranze intorno ad una co sa vagheggiata e desiderata tanto. Poi, facendo una sconfortante crollata li capo, mi rispose: "Ci sono stato ieri sera al la Ca sa degl'lm-mi-gran-ti Fui ricevuto da un omone alto e gras so, inurbano nei modi anzichenò, sen ta giacca e con le brache aperte tutte quante il quale, con fare da diavolo, ili disse: "Chesta casa 'ca non se sa cchiù a •hi canghera appartene; cierte vote :e manga puro lo gassio e di soccursi non se n& ponno dà propita a nisciu- no. Io non viengo pagato dall'anno Ire ste trascurso e se pe' ppoco me vota no le buschere pe' la testa aftittarag gio li (ietti a' na quinnicina di bur danti e po' lascia c'allucca lu presi dendo e lu consiglio di ministrazio ne". Ne volete di più da un sicario che da oggi a domani baratta penna e co scienza, a chi più paga? Non aveva fatto egli, il degenera to, elogi sperticati ai fratelli Di Sil vestro, sia durante il processo Nasel li che in tutta la loro vita giornalisti ca fino al giorno che La Voce del Po polo si trasferì a New York? Non aveva egli elogiato Tommaso Catalano quando questi risuscitò la Voce della Colonia? Il 31 Luglio 1&15, nell'Opinione del Popolo cosi egli par lava del vecchio colono: "La Voce della Colonia", dopo una sosta di parecchi anni, perchè, u nendosi a "Il Popolo", andò a formare il quotidiano La Voce del Popolo", ha riprese le sue pubblicazioni setti manali a cura del suo vecchio diretto re Sig. Tommaso Catalano. Ne abbia mo ricevuto il primo ed il secondo nu mero e non possiamo a meno di di chiarare che si presentano compilati con molta cura e con competenza. Il Signor Tommaso Catalano, uomo di idee ordinate a tutta prova, può ben dirsi il decano dei giornalisti del la nostra Colonia, giacché è da oltre vent'anni che egli vive nel giornali smo, dedicandovi un'opera continua non solo, ma sagace ed onestissima anche. Mai una cosa o un fatto che avesse dato motivo a giustamente di re male di lui, e questo vuol dire molto in mezzo ad una casta che non sempre riesce a lusingare molto bene di sè. Il signor Catalano, adunque, dopo dieci e più anni di giornalismo quoti diano, ritorna con la sua "Voce della Colonia" in mezzo alla classe dei set timanali. Si abbia senz'altro il nostro doveroso saluto insieme all'augurio di quel successo che non dovrebbe mai mancare, ma che disgraziatamente manca quasi sempre, alla stampa dal le buone intuizioni e dai propositi te naci attraverso il disimpegno di una missione delicata per quanto diffìcile i beneficio dei nostri ambienti colonia li. Tommaso Catalano nel 1915 era uo mo dalle idee ordinate a tutta prova, :he al giornalismo aveva dedicato la sua sagace ed onestissima opera. Più tardi, qualche anno dopo, il degenera to lo insulta atrocemente e sapete aerchè ? Perchè egli è quel sicario che è sempre stato. In 20 anni di giornalismo coloniale, lice il degenerato, mai una cosa o un fatto che avesse dato motivo a giu stamente dir male di lui; dopo 20 an ni, a dirne male è stato il ladro di francobolli che ne aveva elogiato le o ìeste ed ordinate qualità. Chiudendo queste note vogliamo fare una raccomandazione al Cav. C. S. A. Baldi. L'uomo che vi difende oggi è lo stesso che vi attaccava ieri e che vi ittaccherà domani. Pagatelo, se vole te, ma pagatelo per il suo silenzio che ri gioverà più di quello che non pos sa farvi la sua difesa di sicario pa ttato. . Una Restia come lui è capace di tutto. 1 NOI. Bravo don Poreo Pio Libera nos Domine, l'au striacante sfegatato, l'uomo che in tutti i ritrovi coloniali faceva propaganda a favore della Ger mania e della eterna nostra ne ìica l'Austria, a poco a poco si ra trasformando, cambiando ca sacca. Ora vuol diventare pa triota. In ogni numero della sua fo ?na, che il mondo appesta, viene fu con qualche novità per farsi credere un vero Italiano. Nel pe,- lultimo pezzo di carta inservibi e, pigliando la posa di antiger ■nanese, pubblica un parto sulle Belve scientifiche. Come va questo cambiamento ? Tutti dicono in colonia che il dia bolo si è fatto frate, io, invece, sempre incredulo, dico che gatta :i cova. Il pubblico, quello ben pensante, conosce molto bene la restia, sa che è maestro in fatto ii metamorfosi e non da ascolto alle sue prediche color. can giante. Evviva l'austriacante! I tri bunali non hanno nessun valore per lui, egli ci si sente a disagio, piando specialmente le sentenze ii certi tribunali gli lisciano molto bene il troppo duro grop pone. Per libera nos Domine voti di protesta di associazioni rispettabili non hanno forza, ed allora che ti fa impressione, sola mente quella Loggia degli Indi pendenti che ti gettò, come ad un mne affamato, una pagnotta di 55.00 al mese? Tutti i sodalizi, incominciando • LA RAGIONE dalla benemerita Società fra i Barbieri Italiani, tutte le logge che hanno protestato, secondo I Don Porco pio, sono ligie alle j consorterie dei disonesti. L'au jstriacante dovrebbe dire piutto | sto che è la rabbia che gli rode l'animo suo di fango, perchè nella losca campagna che va facendo pei colpire gli uomini migliori della nostra colonia nessuno lo ha seguito. Difatti, dando uno sguardo a tutti i numeri della cloaca troviamo due sole letteri ne di solidarietà; una del rim bambito capitano alcolizzato, ed un'altra di un poco reverendo. Le proteste che si fanno non si votano con leggerezza come vuoi fare intendere; esse invece sono bene ponderate ed è lo scatto sin cero e sentito di una massa di o perai coscienti. L'austriacante dice che le pro teste che gli piovono sul suo capo non gli fanno nulla, nè caldo e nè freddo : e non lo sanno forse tut ti che egli ha un cuore di pietra e nessun senso di pudore ? Il vec chio adagio; carne avvezzo a pa tire, dolor non sente in questa oc casione gli sta proprio a pennel lo. Glie ne dicono di tutti i colori, delle sante verità, ma egli fa sempre orecchie da mercante. Vuol fare il censore degli altri, ma non risponde alle nostre ca tegoriche domande sul come ha passata e come sta passando la vita di America. Bravo don Porco pio, non c'è che lui, non c'è che lui, il più onesto Italiano d'America, il più rispettabile giornalaio di tutto il mondo. Grida, grida ancora una volta che non sei contro la Istituzione dei Figli d'ltalia, noi ti conoscia mo, non puoi dire differentemen te, non puoi dire che sei venduto perchè hai paura, forte paura che qualche Figlio d'ltalia animato da Santo sdegno ti guasti i lui-i --di Dì pure che intor no ate vi sono anche dei Figli d'ltalia, nessuno ti ascolta, nes suno ti crede, e se qualche caino dovesse èssere intorno a te sia mo sicuri che come te ha la stes sa anima di fango. Ti dò un suggerimento, che mi auguro vorrai accettare : ap poggiati un altro pochettino al l'Ordine Indipendente, ti ci tro verai molto bene, come in un tuo feudo e ti assicuro che mangerai di grasso, molto di grasso. ANTONINO VICLTONE UN'ALTRA PROVA DEL FAL SO PATRIOTTISMO DEL CAVALIERE Dopo di aver tradita la Colo nia, egli ha tradito anche la Mis sione Italiana, impedendo alla prima di manifestare tutto il suo entusiasmo ed alla seconda il pia cere di conoscere tanti distinti italiani, il che sarebbe stato ca gione di profonda gioia agli illu stri visitatori, che avrebbero sen tito dalla loro bocca tutto l'affet to che gli italiani di Philadelphia nutrono per la madrepatria. Tutto ciò il cavaliere ha voluto impedire che avvenisse con la speranza che i rappresentanti del Governo italiano avessero escla mato: Non c'è che lui, non c'è che lui ! ed essere così immortalato. Infatti, di fronte al palazzo dell'lndipendenza, presenti tutti i membri della Missione Italiana, un distinto connazionale lo pro clamò tra i più grandi buffoni presenti, passati e futuri, supe rando per comicità i famosi buf foni di corte del medio evo. Ma, ritornando al suo patriot tismo, quasi non fosse bastato il tradimento fatto alla Missione e agli italiani di Philadelphia, per difendersi dal giusto risentimen to coloniale chiama a patrocinare la sua causa, pagandolo, un tra ditore della patria, un essere così abbietto che gli ergastolani del bagno di Santo Stefano si schife rebbero di avvicinare. Qualcuno potrà dire che lo ha dovuto fare per necessità, . non avendo potuto trovare nessun i taliano che osasse alzare la voce in sua difesa; eppoi... eppoi ci voleva un traditore per difen dere un tradimento. I>a Colonia e specialmente noi, Figli d'ltalia, non dimentichere mo mai ed il pelo della politica non basterà per salvarlo. Egli ve drà che il giorno non è lontano, quando noi vibreremo un colpo di forbici al pelo dove egli si è attac cato. Sarà questo il capitombolo finale che dovrà seppellirlo, che dovrà espellerlo dalla nostra vita coloniale. E noi da generosi, faremo un dovere di erigergli una lapide che dovrà portare scritta questa epi grafe : Qui giace colui che visse di ignoranza edi prepotenza che per la sua ciucciaggine un'e splosione della coscienza colonia le nell'oblio seppellì. FRANCESCO TROPEA SILVIO LIBELLATORE E' SEMPRE UGUALE A SE' STESSO Quest'uomo dal passato fosco e tenebroso, non si smentisce j mai ; è sempre lo stesso diffama tore, il ricattatore di professio ne, il sicario della penna, oggi con gli uni, domani con gli altri, a seconda dell'offa che gli viene offerta. Il detto del Signore di Voltai re: diffamate, diffamate chè qualche cosa rimarrà, per te, o padre Silvio, non vale più : tutte le accuse e le insinuazioni che tu, anima vile, hai cercato di fare a persone che per lo loro vita pas sata, sono degne di ammirazione e rispetto, sono state ribattute, una dopo l'altra, con documenti inoppugnabili, cosa che tu non hai mai fatto alle molteplici ac cuse che ti abbiamo lanciato. La tua manìa di diffamare, la tua sete di scandalo, ti ha fatto dare di volta al cervello e sei ar rivato al punto che tu stesso sai più quello che dici e che scri vi. Con la stessa facilità e disin voltura che si addicono al borsa iuolo di strada, Silvio Libellato re pubblica nel No. 12 della "Cloaca" del 7 Luglio che tutti i Venerabili delle Logge dell'Ordi ne Figli d'ltalia, con sede a Fila delfia, furono convocati perchè deliberassero sulla proposta di rimettere su il quotidiano "La Voce del Popolo". La deliberazio ne venne regolarmente presa con I opposizione di uno solo, il Signor Giacomo Campaniolo della 'Fran cesco Crispi', sui termini di in durre le Logge rappresentate a comprare le azioni pel giornale che si pensa di riesumare. Impudenza, menzogna, falso! I Venerabili e Grandi Deputati si radunarono in seduta la sera del 29 Giugno ultimo scorso, die tro invito fatto dal sottoscritto, con lettera circolare in data del 27 dello stesso mese, per discute re intorno alla costituzione di un Comitato coloniale di protesta, in seguito all'insulto fatto dal Gay. C. C. A. Baldi all'Ordine ed all'intera Colonia. II Signor Giacomo Campaniolo votò contro alla proposta di for mare un Comitato Coloniale, so stenendo che i Figli d'ltalia a vrebbero dovuto fare da soli. Questo e non altro fu deliberato dai Venerabili e Grandi Deputa ti. Quanto sopra è detto risponde alla pura verità e ne possono far lede tutti i presenti a quella se duta, prima il Signor Giuseppe Bracato che la presiedeva e della cui indipendenza non possono du bitare i Libellatori e compagni. Come si vede, il giornalista au tentico non è che un impasto di menzogne, un mestatore di noti zie, un falsificatore di dati edi fatti allo scopo deliberato di at tentare, perchè spintovi dai Cu riangiolo dell'altra riva, alla compagine dell'Ordine Figli d'l talia, e alla onorabilità delle persone che tutto sacrificarono per l'incremento dello stesso. I tuoi sforzi, o messere; gli sforzi del canagliume che ti pa ga, non riusciranno a menomare la fiducia che la grande massa dei lavoratori ha verso l'Ordine ed i suoi condottieri. I tuoi in sulsi attacchi ottengono l'effetto contrario, poiché ci fanno viep più affezionare a loro. Con un individuo simile non si può più discutere; occorre tra scinarlo alle Assisi dei pubblico, e, colla scorta di documenti, an nientarlo. Silvio Libellatore, tu che ti vanti di essere un giornalista au tentico, vstammi a sentire: 10, modesto operaio, ti lancio la sfi da per un contraddittorio in un pubblico Comizio, solo ed unico terreno su cui si può discutere coi documenti alla mano. L'opportu nità che ti offro è magnifica per te; ti sarà facile, da giornalista autentico, quale dici di es sere, di potere aver ra g-ione di un modesto operaio; e se tu riuscirai a provare una so la delle tante tue accuse, se riu scirai a smentire una sola delle accuse che noi ti abbiamo lancia to, ti acquisterai le nostre sim patie e quelle della Colonia e ot terrai la più ambita soddisfazio ne, quella di scacciare dall'Ordine butte le persone che tu reputi in degne di appartenervi. Non pre occuparti; la tua parola sarà li bera e non avrai nessun disturbo. Dal canto mio, in questo con traddittorio mi propongo di di mostrarti che tu ricattasti S4OO olla South Philadelphia State Bank; che truffasti Teti e che le lettere di .smentita che vai ele mosinando non hai il diritto di averle. Inoltre, con la testimonianza I di una dottoressa e di un tuo a mico, ti dimostrerò che hai com messo un omicidio colposo e mol te e molte altre cose mi ripro metto di dimostrarti. Se non accetterai, la primi volta che mi capiterai tra i piedi ti sputerò sulla faccia. Intanto, a marcio dispetto tue e di qualche canaglia tremebon da. il quotidiano "La Voce del Po polo" è un fatto compiuto. NICOLA RIVANO ASTI Al Sig. G. Campaniolo Caro Campaniolo, Noi ci siamo voluto sempre bene, ci siamo rispettati ed anche quando l'a ria era piena di diffidenza, non volli credere mai ai miei amici, che mi in formavano della tua condotta equivo ca verso di noi e a favore del degene rato. Ora vedo di essermi ingannato e son costretto e credere che gli amici avevano ragione. Ne è una prova lam pante la pubblicazione avvenuta sulla cloaca del 7 volgente mese, a proposito della seduta dei Grandi De putati e Venerabili, della quale sedu ta fu falsato ad arte il deliberato, con propositi di denigrare sempre più il nostro Ordine e tutte quelle persone che lavorano per lo sviluppo di esso. Jo e gli amici miei mai abbiamo sol lecitato lettere per smentire i calun niatori perchè non temiamo il control lo di nessuno. Ma speravamo che, giac che in detta pubblicazione si faceva il tuo nome tu, così abile maestro di sincerità in teoria, avresti dovu to sentire il dovere, come fa in que sto numero l'amico Brocato, di scri vere sulla stessa cloaca e sbugiardare il degenerato. Questo non lo hai fatto ed ho ragione di credere che tu sei stato a dare la falsa informazione. E' tempo quindi di por fine a questo sta to di cose e che ognuno di noi prenda il posto dovuto nella lotta che si sta combattendo e vedere dove sono i maestri della più grande ipocrisia. N. Ri vano Asti. Piccola Posta BALDONIERE, Città. Si, è vero; il famigerato cavaliere.. .. d'industria e il suo degno rampollo Vittozzi vole vano comprarsi la proprietà dove il nostro Silvagni tiene gli Uffici della "Ragione" con la barberia al solo sco po di rovinarlo, anche se avessero do vuto pagare detta proprietà qualche migliaio di dollari in più del valore reale Altro che benefattore degli i taliani ! Alla larga da certi filan tropi! A. VIGL.IONE. Anche la mia barberia fu piantonata domenica scor sa e mi fu ordinato di chiudere. Che vuoi, il Cavaliere Ufficiale d'industria si vendica sempre cosi: col fare lo spione della polizia. UN AMICO, Città. E' proprio :ome voi dite, il capo calzolaio milita re, alla riunione della Cooperativa, eb be la faccia tosta di presentarsi nien temeno come Cassiere; ma tutti i pre senti, sapendo con chi avevano a fare, 10 trattarono come si meritav «H al lo sfoglio risultò che egli aveva avu to soltanto il suo voto. IL NOVELLIERE. Scranton, Pa. La federazione baldiana sta andando a rotoli; oltre alla Società dei Bar bieri ed a qualche altra, ne sono usci ti il Segretario Sig. Giuseppe Falan ga, il Direttore Sig. Giovanni Ric ciardi (da non confondersi col dottore omonimo) e si crede che altri segui ranno l'esempio di queste due coscien ze libere. SARTO, Città. Si, quando av venne lo sciopero dei sarti, furono e seguiti degli arresti in massa. C. C. A. Baldi fu chiamato da un suo inquilino sarto che era stato arrestato per isba glio, affinchè lo facesse mettere in li bertà. Il benefattore degli italiani ?Ii fece sapere che se non voleva pas sare una notte al fresco, avreb be dovuto sborsare dollari 13.50. 11 poveretto disse che non li aveva ed il filantropo replicò che senza soldi non si cantano messe. Però un oscuro Figlio d'ltalia cantò la mes sa senza soldi e il detenuto venne fuori senza pagare il becco d'un quat trino. Ai buoni i conienti!.... DON VITTOZZI. Città. Nel pren dere in mano il battaglio sembra che ti abbia fatto indigestione. La Colonia non vuol più sentirvi, nè te nè tuo pa dre.. PULCINO, Città. Pensa alla sa lute, chè quanto prima faremo i con ti con te ed il presidente paesan \ OLPICINI, Phila., La Lombar dia fra le 8 e le 9 strade e Christian forse chiedeva notizie al degenerato, per sapere se vi era aititi refurtiva da incettare, come quella di Mar...aniello. 3